Dopo aver boicottato in tutti i modi lo svolgimento del referendum (grazie anche all’appoggio di paesi europei, in particolare della Francia) il Marocco voleva creare una provincia “autonoma” del Sahara Occidentale all’interno del suo Regno.
La disapprovazione del Fronte Polisario fu immediata, mentre l’ONU e i maggior paesi occidentali sembravano appoggiare tale soluzione, che però venne sospesa e la MINURSO continuò ad essere presente nel Sahara Occidentale.
Ora, dopo molte proposte e risoluzioni da parte delle Nazioni Unite, mai applicate dal Marocco, Jems Beker, inviato personale del Segretario Generale Kofi Annan per il Sahara Occidentale, sta promuovendo da febbraio un piano di pace per l’autodeterminazione del popolo Saharawi.
Il piano in corso è stato approvato all’unanimità il 30 luglio 2003 con la risoluzione 1495, accettato dal Fronte Polisario, dall’Algeria e dalla Mauritania come paesi confinanti, e promosso dalla Spagna la quale lo ha fatto adottare nel suo periodo di presidenza del consiglio di sicurezza.
Naturalmente il Marocco ha rifiutato anche questa proposta.
Kofi Annan nel rapporto del mese di ottobre ha chiesto chiaramente al Marocco di accettare e applicare il piano Beker 2 e gli ha dato tempo fino al 31 dicembre per dare una risposta; anche la missione MINURSO e stata prorogata fino alla stessa data.
Il piano prevede il ritorno immediato dei rifugiati nel Sahara Occidentale, la elezione di un parlamento e di un presidente Saharawi; al voto potranno partecipare solo i 78.000 Saharawi censiti dalla missione MINURSO.
In seguito scatterà un periodo di quattro o cinque anni in cui il governo Saharawi gestirà l’amministrazione del territorio insieme al Marocco con le seguenti competenze: al Marocco spetterebbe la difesa (ma dovrebbe ridurre le sue truppe da 150.000 a 65.000 soldati) e gli affari esteri, con la condizione che in tutti i negoziati internazionali che riguardano il Sahara Occidentale sia presente anche una rappresentanza del governo Saharawi.
Al Fronte Polisario competerà tutto il resto e cioè: economia, trasporto, sanità, educazione, infrastrutture ma soprattutto giustizia e ordine interno.
Dopo un periodo di quattro-cinque anni di gestione congiunta del territorio, le Nazioni Unite organizzeranno il referendum di autodeterminazione per sancire lo stato finale del paese, gli elettori saranno chiamati a scegliere tra l’indipendenza, l’integrazione al Marocco o lo stato speciale cosi come attuato, negli ultimi anni.
I caschi blu dell’ONU, naturalmente, dovranno essere presenti nel Sahara Occidentale per garantire per tutto il periodo necessario il regolare svolgimento del piano Beker 2.